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Uomini veri: Intervista all’inVINcibile Diesel


Leggi l’intervista completa su Best Movie di settembre
Leggi la preview della cover story del numero di settembre, dedicata a Riddick

L’ultima cosa che ci si aspetterebbe da un’intervista con Vin Diesel è vederlo sorseggiare un bicchiere di tè freddo mentre parla della sua passione per i giochi di ruolo. Lui che ha esordito nel cinema mainstream interpretando un soldato brutalmente ucciso durante lo sbarco in Normandia (esatto, era in Salvate il soldato Ryan), il cui franchise più redditizio è una saga a base di machi e macchine rombanti, lui che ha fatto del muscolo scolpito una ragione di vita, visto da vicino è un omone buono e tranquillo, che ama parlare e perdersi nei suoi racconti e nei suoi aneddoti.



E sì che il primo impatto – a causa, anche, dell’orario inclemente – è tutt’altro che rassicurante. Siamo sul set di Riddick, terzo capitolo del franchise sul mercenario dello spazio Richard B. Riddick, reduci da una soddisfacente ma massacrante giornata passata tra astronavi precipitate su pianeti alieni e laboratori dove prendono vita i peggiori incubi di qualsiasi esploratore del cosmo; è tardi, molto tardi (i tempi tecnici del set si scontrano sempre con le esigenze della stampa), e il più stanco di tutti è proprio Vin Dieselche entra nella stanza caracollante, pantaloni della tuta oversize e canotta bianca per non tradire la sua immagine. Sorride con quel suo mezzo sorriso che assomiglia più a un ghigno, si avvicina al tavolo del catering, e sempre con la sua studiata, esasperante lentezza afferra una lattina di tè gelato e si siede. Solo allora alza lo sguardo, osserva la stanza e dichiara, con tutta la flemma del mondo: «Se siamo seduti qui è solo perché ho fatto un cameo in Fast & Furious: Tokyo Drift».

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